Arles – Les Rencontres 2022

Arles – Les Rencontres 2022

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Une Avant-Garde Feministe

Un altro anno. Un’altra estate. Un’altra Arles e i suoi Rencontres. Si parte il 15 Agosto..la mattina presto per evitare il caldo ‘storico’ di questo 2022. La strada è la stessa, direzione Francia, le mostre ci riveleranno qualche bella novità?

Lo schema è il solito di sempre, 30+ mostre in un allestimento diffuso per la città: chiese sconsacrate, aree espositive, musei, parchi, supermercato e le solite ambientazioni ‘urbex’. E ovviamente fotografi e macchine fotografiche in ogni dove, insomma, la solita bella atmosfera.

Giorno 1

Gente legge il cartello introduttivo alla mostra

 

 

MÉCANIQUE GÉNÉRALE

Anche quest’anno la mostra decisamente più sostanziosa si trova esposta presso le Mécanique Géneralé, così come lo scorso anno.
Nel 2021 si era vista la colettiva ‘Masculinitè’, quest’anno, forse per contrasto, invece vi ha trovato sede la mostra collettiva Une Avant-Garde Feministe, interessante retrospettiva delle avanguardie anti-machiste degli anni ’70-’80. Le opere esposte sono di proprietà della Collection Verbun di Vienna. La mostra è forse a volte ripetitiva, ma d’altra parte la tematica e gli anni sono quelli. Opere molto interessanti, spesso reportage di Performance si alternano a video e a serie di immagini. Artiste di decine di paesi (molte di lingua Tedesca…vista la sede della collezione), mostrano il loro ‘sentirsi’ in un mondo di uomini. Sono istantanee molto crude e di impatto, ma non manca anche una certa ironia. Bella!
Tra varie immagini spiccano le serie delle fotografe Francesca Woodman e Cindy Sherman.

Sempre alle Mécanique Géneralé una bella scoperta Frida Orupabo , artista Norvegese figlia di immigrati Nigeriani. La sua opera scandaglia il rapporto tra l’immagine e le donna africana e si presenta sotto forma di collage. Le immagini sono prese da riviste, web, etc. elaborate ingrandite e unite ad altre immagini sotto forma di ‘marionette’, giocando su come il ‘mondo’ altera, immagine, trasforma e interpreta la figura della donna nera.

LUMA

Quest’anno anche la Torre degli Ateliers (LUMA) propone, oltre a diverse istallazioni video di artisti contemporanei ( su tutti mi ha impressionato il lavoro di Arthur Jafa) la mostra/retrospettiva James Barnor: Stories. Pictures from the Archive (1947–1987). Per la prima volta in assoluto viene messa in scena una raccolta dei lavoro più importanti del fotografo Ganiano classe 1929, residente a Londra dagli anni ’90. La retrospettiva si compone di 3 parti, la prima incentrato sul lavoro di ritrattistica famigliare dei primi anni in Ghana. La seconda parte del lavoro svolto nella Londra multietnica e una terza parte dedicata ai lavori Pubblicitari su commissione.
Interessante la serie di foto/prove scattate in Ghana per conto della Agfa che lo usò come promoter delle nuove pellicole a colori!!

Giorno 2

Mostra alla Croisiere

PALAIS DE L’ARCHEVÊCHÉ

Al palazzo dell’Arcivescovo quest’anno la retrospettiva ‘storica’,che è dedicata all’archivio fotografico della Croce Rossa dal titolo Un Monde à Guèrir

Nelle 5 stanze che compongono l’allestimento sono esposte in ordine cronologico immagini di reportage e pubblicità legate al lavoro dell’ente.

Sono immagini per lo più strazianti, si parla di Guerre ed emergenze umanitarie..ma soprattutto guerre. Come ovvio ci sono esposti lavori dei migliori reporter dell’ultimo secolo. Salgado sopra tutti.

EGLISE SAINT-ANNE

All’Eglise Saint-Anne, grande chiesa sconsacrata nella piazza principale di Arles, troviamo la retrospettiva/personale di Babette Mangolte Capter le Mouvement Dans l’espace. La fotografa e cineasta francese, trasferitasi negli USA durante gli anni ’70 è stata la più grande documentatrice dell’avanguardia teatrale dal ’70 ad oggi. Le immagini proposte sono reportage di spettacoli d’avanguardia di artisti come Trisha BrownLucinda ChildsDavid Gordon, and Yvonne Rainer. Sono immagini in bianco e nero dinamiche e molto emozionali

CROISIÈRE

Alla Croisiére, ristrutturate nel 2020, ci sone ben 7 mostre. Ecco quelle che più mi hanno colpito.

Pierfrancesco Celada, residente ad Hong Kong, e vincitore della lettura portfolio 2021 proprio ad Arles, propone il lavoro Quand Je Suis Triste, Je Prends un Train Pour la Vallée du Bonheur, lavoro che documenta la vita e le contraddizioni nella città più densamente popolata al mondo, chiusa tra l’acqua e la natura selvaggia e teatro nel 2014 e 2019 di violente proteste contro il cambio di pensiero del governo locale in ottica di adeguamento alla RDC. La mostra prende il nome dalla scritta che a volte appare su Tram locali, indicante come capolinea ‘Happy Valley’.

Julien Lombardi, al contrario di Celada non presenta un lavoro ‘classico’, ma è un viaggio onirico che svaria tra foto installazioni, fotografie ritoccate e video, seguendo le orme del popolo messicano dei Huicholes, durante il loro pellegrinaggio annuale atto a celebrare la nascita di sole e fuoco. Il lavoro spinge ai limiti visuali archeologia, etologia e biologia.

Joan Fontcuberta e Pilar Rosado presentano Dejà-Vu. Come da tradizione di Fontcuberta la mostra analizza il senso/veridicità che diamo alle immagini fotografiche e in un mondo dominato sempre di più dagli algoritmi e da fotocamere in grado di lavorare totalmente in autonomia, i due artisti si indagano sul futuro dell’immagine. Le opere esposte sono totalmente create da un algoritmo neurale in grado di analizzare millioni di immagini trovare pattern ripetitivi, analizzarli e creare nuove immagini!

Léa Habourdin espone riproduzioni di grande formato di Anthotipi da lei creati usando come emulsione fotografica estratti di diversi vegetali e immagini su acetato di scorci forestali. Per 2 anni ha fotografato guidata da rangers, delegati alla protezione,di quello che resta delle foreste ‘incontaminte’ in Francia, le foreste stesse. Alle pareti troviamo appunto scansioni delle immagini create e in scatole chiuse gli originali..che causa della tecnioca usata…alla luce…spariranno nel tempo!

 

Klavdij Sluban – Sneg (neve in sloveno) è un lavoro che parla della neve, fotografata ovunque e in diverse condizioni di luce..ma principalmente sono immagini in bianco e nero dove la neve bianca va ad illuminare e abbellire luoghi scuri e di scarsa bellezza

 

Église des Fréres Precheurs

Come ormai tradizione degli ultimi anni in location troviamo l’esposzione dei 10 fotografi premiati come nuove scoperte. I due lavori che colpiscono più nel segno sono quelli di Maya Inés Touam con Replica, lavoro concettualmete ma soprattutto esteticamente molto accattivante. Il lavoro come da titolo, si propone di replicare le opere di Henri Matisse, molto attento all’estetica africana, continente da dove proviene l’artista. Touam analizza le opere matissiane le fa sue e le ripropone con un nuovo linguaggio e l’utilizzo dello still-life..mantenendo composizione e uso del colore dell’artista.

L’altro lavoro molto coinvolgente sono i quadretti di foto di famiglia e dediche di Mika Sperling dal titolo Je n’ai Rien Fait de Mal. In questo lavora analizza, tramite una storia personale (il nonno era un religioso pedofili?) ma mai ben definita, il senso di colpa e la vergoga per le colpe altrui. Nelle foto la figura del nonno e spesso anche di altri soggetti sono state ritagliate..e solo tramite la sottostante descrizione capiamo cosa ci mostra la foto.

Espace Van Gogh

Per finire in bellezza la retrospettiva molto esaustiva dell’opera di Lee Miller, c’è tutto, veramente tutto esposto allo spazio Van Gogh. Si parte dai primi lavori, quando era assistente di un signore chiamato Man Ray, passando per i lavori commerciali prima e dopo la guerra, fermandosi per gli eccezionali reportage della Germania post-nazista…le foto dei campi di concntrameto…incredibili!

Ci sarebbero altre mille cose di cui parlare..ma non voglio più tediare nessuno..faremo magari una serata qui da noi in ReflexTribe.

BUONA LUCE!

 

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