A Torino, prima-settimana-di-novembre fa rima con arte-contemporanea: non solo apre le porte la mostra mercato ufficiale “Artissima“, ma si rincorrono una miriade di eventi e mostre “off” come “Operae“, “The Others” e, quella a cui siamo più affezionati: “Paratissima“.
To the stars
Per la dodicesima edizione Paratissima vi prenderà per mano per accompagnarvi a compiere un viaggio tra le stelle.
12 sono i mesi in un anno solare, 12 sono i segni zodiacali, 12 sono le ore antimeridiane e pomeridiane, 12 sono gli anni che impiega Giove per compiere il giro dello zodiaco, 12 sono le lunazioni complete in un anno solare.
Paratissima 12 è
To the stars
Come sempre ci piace fare, ci siamo lasciati ispirare dal tema generale della manifestazione, per poi interpretarlo molto liberamente, con l’intento di realizzare un lavoro che fosse:
- collettivo
- partecipativo
- divertente
- con uno svolgimento piuttosto concentrato (ehhh… siamo perennemente in ritardo!)
Il primo pensiero è stato quello di fotografare come cambia la luce nel corso delle 24 h, idea se vogliamo banale, vista e rivista… Dove collocarci per cogliere questi cambiamenti? In un luogo vissuto, almeno potenzialmente 24 ore su 24. Dopo aver valutato diverse opzioni abbiamo optato per scegliere uno snack-point: uno di quei corner attrezzati con macchinette, luci al neon e telecamera di sicurezza. Luogo ideale per evitarci noiose problematiche legate alla privacy (abbiamo comunque contattato i gestori per essere autorizzati e in qualche modo avvisare che avremmo bivaccato per una intera giornata nei paraggi), e al contempo lontanissimo dall’idea iniziale di poter cogliere i minimi cambiamenti di luce nell’arco di una giornata.
Nonluoghi
Marc Augé definisce i nonluoghi, in contrapposizione ai luoghi antropologici, tutti quegli spazi che hanno la prerogativa di non essere identitari, relazionali e storici. Fanno parte dei nonluoghi sia le strutture necessarie per la circolazione accelerata delle persone e dei beni (autostrade, svincoli e aeroporti), sia i mezzi di trasporto, i grandi centri commerciali, gli outlet, i campi profughi, le sale d’aspetto, gli ascensori eccetera. Spazi in cui milioni di individualità si incrociano senza entrare in relazione, sospinti o daldesiderio frenetico di consumare o di accelerare le operazioni quotidiane o come porta di accesso a un cambiamento (reale o simbolico). I nonluoghi sono prodotti della società della surmodernità, incapace di integrare in sé i luoghi storici confinandoli e banalizzandoli in posizioni limitate e circoscritte alla stregua di “curiosità” o di “oggetti interessanti”. Simili eppure diversi: le differenze culturali massificate, in ogni centro commerciale possiamo trovare cibo cinese, italiano, messicano e magrebino. Ognuno con un proprio stile e caratteristiche proprie nello spazio assegnato. Senza però contaminazioni e modificazioni prodotte dal nonluogo. Il mondo con tutte le sue diversità è tutto racchiuso lì.
I nonluoghi sono incentrati solamente sul presente e sono altamente rappresentativi della nostra epoca, che è caratterizzata dalla precarietà assoluta (non solo nel campo lavorativo), dalla provvisorietà, dal transito e dal passaggio e da un individualismo solitario. Le persone transitano nei nonluoghi ma nessuno vi abita.
I luoghi e i nonluoghi sono sempre altamente interlegati e spesso è difficile distinguerli. Raramente esistono in “forma pura”: non sono semplicemente uno l’opposto dell’altro, ma fra di essi vi è tutta una serie di sfumature. In generale però sono gli spazi dello standard, in cui nulla è lasciato al caso tutto al loro interno è calcolato con precisione il numero di decibel, dei lum, la lunghezza dei percorsi, la frequenza dei luoghi di sosta, il tipo e la quantità di informazione. Sono l’esempio esistente di un luogo in cui si concretizza il sogno della “macchina per abitare”, spazi ergonomici efficienti e con un altissimo livello di comodità tecnologica (porte, illuminazione, acqua automatiche).
Lo snack point ci pare incarnare alla perfezione la definizione di “nonluogo”: le interazioni sociali sono ridotte al minimo possibile, di nessun interesse per l’immaginario proprietario che deve vendere. E basta.
Lo scenario però si fa molto interessante, se si ribalta la realtà e la socialità prendesse il sopravvento e abitando e facendo vivere il nonluogo, trasformandolo di volta in volta in Luogo: romantico, pericoloso, di rifugio, moderna ruota degli esposti, palcoscenico di strada … Non è la luce a cambiare nel corso delle 24 ore, ma la frequentazione.
Staffetta fotografica 24h/24
Il progetto fotografico ha preso vita: ci siamo immaginati ed abbiamo interpretato 24 situazioni, una per ciascuna ora del giorno e della notte. Le situazioni sono costruite, estremizzate, ridicolizzate, a volte ci sono storie e soggetti che ritornano. A volte la realtà è entrata a sorpresa nella finzione: curiosi passanti attirati dalla inedita e continua presenza di fotografi e comparse, hanno accettato di farsi fotografare e partecipare alla scena.
Le fotografie sono state realizzate effettivamente agli orari stabiliti nelle 24 h tra un sabato ed una domenica (con grande sforzo, ma anche divertimento da parte di partecipanti che ringraziamo!!) Il punto di ripresa non è mai cambiato.
Il non-sense è sottile: le scene sono costruite, ma il tempo è reale, pur non potendo essere percepito a lavoro concluso. Al contrario di quanto avviene al cinema in cui un tempo irreale viene percepito come lineare e consequenziale.
Titoli di coda:
Stefano Castellaro – alias: trasportatore di cadavere e palo durante la rapina
Pietro Oldano – alias: trasportatore di cadavere, folla, pusher o acquirente
Simone Fortezza – alias: trasportatore di cadavere
Filippo Piermarini – alias: cadavere, folla, maniaco, picchiatore, ubriaco, persona in pausa caffè, invitato al matrimonio, passante con ombrello, in coda per il bagno, incoraggiatore del maratoneta
Eleonora D’Elia – alias: scassinatrice, folla, selfier con diabile
Stefania Caprara – alias: scassinatrice, selfier con diabile
Enrico Giorge – alias: selfier con rapina e scambi illeciti, invitato al matrimonio, vittima di bullismo e in difficoltà con distributore automatico
Elisa Romeo – alias: folla
Antonella Romeo – alias: folla
Alessandra Cravero – alias: persona schiacciata dalla folla
Omar Viara – alias: folla, pusher o acquirente
Rossana Lecca – alias: folla, invitata al matrimonio, passante che fa elemosina, in coda per il bagno
Silvia Prato – alias: ragazza baciata, sposa, donna incinta con le voglie
Davide Bardo – alias: baciatore, picchiatore
Sara Gobbo – alias: donna in déshabbillé, bevitrice di birra
Guido Fassio – alias: picchiatore, persona in pausa caffè, sposo, sbadigliatore in coda per il bagno, maratoneta
Riccardo Ceppa – alias: picchiato, saltatore con pizza
Silvia Manzone – alias: consumatrice di spritz
Alessio Chiartano – alias: consumatore di spritz
Laura Carletti – alias: invitata al matrimonio, donna a modo con latte per la colazione
Stella Saracino – alias: donna che fa la spesa, passante con bambino
Marco Malagnino – alias: suonatore di chitarra, messicano
Elio Malagnino – alias: bambino abbandonato
Maurizio Siena – alias: uomo sbalordito dal maratoneta, manutentore
Rasty – alias: lupo con giornale
Passanti con carrello
Passante con chitarrina
Dove siamo:
Zona B7 – Paratissima – Torino Esposizioni
Lascia una risposta