viaggio estivo tra festival e mostre fotografiche
Les Rencontres de la Photographie d’Arles 2023
Altro anno, altri Rencontres. Come tutti gli anni Irene ed io dedichiamo 1 settimana delle nostre meritate ferie ad Arles per una delle più grandi manifestazioni fotografiche d’europa.
Come sempre le location sono fantastiche ed ogni anno si migliorano e si ampliano….quasi tutte oramai climatizzate, ed è un bene, quest’anno a Luglio quando ci siamo stati noi c’erano 38°C…e molta umidità.
Tra un pastis o un ricard e l’altro anche quest’anno ci spariamo le 30 e più mostre dei Rencontres.
Tutte belle, o quantomeno interessanti, come sempre la selezione è ben congegnata, tanta fotografia vernacolare e tanta sperimentazione digitale e non.
Parto proprio dalla fotografia Vernacolare col citare una mostra dove noi abbiamo perso almeno 2 ore divertiti dalla ricerca di Rosangela Renno. Il corpus più grande dell’allestimento è incentrato sull’installazione Good Apples, Bad Apples dove l’artista ha ricercato online il destino delle varie statue di Lenin sparse per il mondo. Fotografie in cornici 10×15 ci documentano il prima e il dopo delle suddette statue. Veramente divertente.
La mostra di Gregory Crewdson anche è molto bella…ma noi che siamo a Torino già ne abbiamo goduto.
Quest’anno l’artista che viene ricordato è la compianta Agnes Varda, con additittura 3 mostre, di cui 2 presso il LUMA. Quella nel chiostro di Saint Throphime, che ci è piaciuta molto, porta in mostra una serie di bianco e neri scattati a Sete tra i pescatori della zona.
Noi amiamo Sete e l’Etang de Thau.
Altra grande retrospettiva (c’è veramente tutto o quasi) è quella su Diane Arbus, 450 immagini tra le più famose in un allestimento stile mosaico.
La mostra è infinita, ma non pesa ed andresti avanti avanti avanti. Putroppo non è permesso fare foto e riprese..solo là ad Arles potete vederla!
La mostra-raccolta dei talenti femminili Nord Europei intitolata Sosterskap, ci ha entusiasmato per i colori Pop e le tematiche sociali… veramente in nord europa hanno problemi sociali? Ironizzo..
Sebbene le mostre di qualità sarebbero ancora moltissime (se volete vederle, andate ad Arles ) concludo con un’altra mostra molto divertente, Myths and Clichés di Nicole Grevier.
L’artista francese lavora sui cliches della rappresentazione della figura femminile nell’immaginario collettivo (maschile).
Dopo un soggiorno in Italia negli anni ’70-’80 decide di mettere in arte il ‘Fotoromanzo’, riproducendo scene nello stile di quelli nostrani ironizzando poi con le didascalie. Bellissimo.
Cortona On The Move 2023
13° edizione del CortonaOnTheMove dal titolo MOREorLESS, 1° volta invece per Irene e me.
Che dire, dopo anni di Rencontres ad Arles, la manifestazione Toscana è dimensionalmente più modesta, una 20ina di esposizioni dislocate in 3 location.
Se Arles si concentra anche su ‘pseudo-fotografia’, video, elaborazioni 3D, a Cortona troviamo solo pura fotografia…e tutta di livello molto alto. Vecchie conoscenze (Cortona è tra gli altri sponsorizzata da Gallerie D’Italia) e nuove scoperte si alternano tra i piani di palazzo Baldelli e i giardini, sotterranei e piani della Fortezza del Grifalco + l’esposizione di Zed Nelson che quest’anno è stato il vincitore del CortonaOnTheMove Award che si snoda tra l’ex magazzino carni e il percorso della via crucis.
Cosa mi è piaciuto: bè sicuramente la novità..non essendoci mai stati!
Tra le mostre per prima citerei la retrospettiva su Massimo Vitali, fotografo comasco classe 1944 con base a Lucca, dal 1994 comincia a produrre la serie Paesaggi Balneari italiani in cui indaga più che sui panorami, sui luoghi di aggregazione. Negli anni oltre alle spiagge fotografa Concerti, eventi e locali nutturni. Sono foto di grande formato, alla Gursky, in cui perdersi nelle varie azioni/espressioni della moltitudine di personaggi inconsapevoli in scena.
Altra mostra che ha lasciato il segno è sicuramente quella sul mondo dell’Hip-Hop, una mostra cronologica dai primi protagonisti anni ’70/’80 fino agli idoli giovanili dei giorni d’oggi. L’esposizione intitolata Get Rich or die Tryin’ ripercorre l’evoluzione del genere musicale, regalando foto nostalgiche dei precursori del genre provenienti dai bassifondi Americani per approdare alle maranzate più moderne.
Ultima mostra che citerò è quella di Nick Hannes intitolata Garden of Earthly Delights, il fotografo tra il 2016 e il 2018 ha documentato gli effetti della rapidissima evoluzione di Dubai, creando immagini ironico-surreali dello sfrenato sviluppo consumistico dello stato Arabo.
In ultimo citerò, ma erano davvero tutte interessanti, la mostra su ‘Il caso Africo’ del fotografo italiano Valentino Petrelli che fu chiamato nel 1948 a documentare per l’Europe, il comune di Africo perso nell’aspromonte Calabrese, esempio di arretratezza dell’Italia post-guerra. Immagini di un altro tempo, Bellissime!
MAST – Andreas Gursky
Prima Antologica Italiana per il maestro tedesco della scuola di Dusseldorf. La mostra celebra i 10 anni della fondazione MAST. 40 immagini di grande o grandissimo formato che rimpercorrono la carriera del fotografo dagli anni ’90 ad oggi.
Gli spazi del MAST sono superlativi, valgono una visita anche se non è esposto il vostro artista preferito, e totalmente gratuiti, anche acqua e caffè sono offerti al bar della fondazione a tutti i visitatori.
Andreas Gursky è universalmente riconosciuto tra i più grandi fotografi di tutti i tempi, la sua produzione si concentra sull’analisi del mondo contemporaneo, crea immagini di grande formato, cariche di dettagli ripetitivi che attraggono lo spettatore all’interno dell’opera. A volte criticato per un pesante uso della manipolazione digitale, le opere viste dal vivo conferiscono comunque un senso di naturalezza, è un alterazione della realtà che la rende forse ancora più ‘reale’. Si spazia da vedute di container a interni di negozi a panorami più classici.
Assolutamente da non perdere!
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