Martedì 21 novembre, durante uno dei nostri Raduni Tribali, abbiamo avuto il piacere di conoscere il fotografo biologo Paolo Vergnano di Alba e le sue fotografie artistiche.
Paolo durante il raduno ci ha presentato alcuni dei suoi progetti, raccontandoci la sua idea di fotografia, le influenze che ha avuto nel corso degli anni e cosa lo stimola tutt’ora nella realizzazione delle sue opere.
Le principali influenze vengono dagli studi seguiti, dall’amore per la natura e gli animali e dalle letture, una fra tutte: “il mattino dei maghi” nel quale vengono accostati mondi paralleli, realtà diverse. Questo pensiero, come vedremo più avanti, si ritrova spesso nelle fotografie di Paolo.
ARTE, FOTOGRAFIA, EMOZIONE
Per descriverci la sua filosofia Paolo fa un paragone con l’espressione utilizzata in inglese per definire l’atto di fare una fotografia: Take a photo – prendere una fotografia. Per Paolo l’espressione più affine ai suoi lavori è invece raccontare una fotografia. La sua fotografia è infatti simile ad una sequenza di parole, la sua fotografia è racconto.
Le due raccolte che ci ha presentato durante la serata sono infatti una serie di scatti che hanno l’intento di raccontare una storia all’osservatore, di trasferire delle emozioni, di istigare delle domande, delle curiosità..
Per Paolo infatti l’arte è emozione, deve sollevare delle domande, stimolare la mente.
L’arte è astrazione, non riproduce la realtà ma deve reinventarla
Come ci ricorda uno dei pensieri di Fontana che Paolo cita
L’arte rende visibile l’invisibile.
E inoltre..
..la fotografia è reportage ma deve essere anche altro..
Cerchiamo di capire cosa Paolo intende guardando le raccolte che ci ha portato..
LE STANZE
Per realizzare questo progetto Paolo ha visitato diversi vecchi cascinali abbandonati nelle Langhe. Ogni fotografia è una composizione di suoi scatti: sullo sfondo la stanza di un cascinale, in primo piano animali come soggetti principali e funghi (commestibili come scherza Paolo in riferimento ai suoi studi).
La composizione è così voluta per mantenere un livello onirico, fiabesco…quasi come fosse sospeso nel tempo. L’intento è quello di raccontare delle emozioni.
E’ inevitabile provare delle emozioni perché in tutti questi cascinali hanno vissuto delle persone.
Le emozioni che Paolo vuole trasmettere in queste foto non sono necessariamente delle emozioni positive. Sono messi in scena diversi stati d’animo: la paura, la speranza, le ambizioni, etc. Come ci spiega l’arte deve tenere in considerazione tutti i sentimenti, l’importante è che l’emozione arrivi.
Entriamo ora un pò più nel vivo del progetto.
COME SONO STATE REALIZZATE LE FOTO?
Paolo ci spiega che quando entra in una stanza non cambia nulla, non imposta nessun set. Osserva e ascolta le sensazioni e i ricordi che la stanza gli trasmette. Immagina una situazione e la rappresenta scegliendo l’animale che più si addice a raccontare l’emozione.
COME SONO SCELTI GLI ANIMALI?
Gli animali sono stati recuperati da foto già fatte che avevo in archivio. Sono stati scelti sulla base di cosa volevo rappresentare, di scelte cromatiche, etc. Un esempio è la fotografia “viaggio sola” ove sono raffigurati degli stivaletti rossi nell’armadio e il volatile presente, protagonista dello scatto, è caratterizzato da particolari colori purpurei.
Nell’assemblare gli scatti oltre le sensazioni provate, le emozioni che vuole trasmettere c’è anche una componente di studio sull’animale. Questa attenzione al dettaglio la ritroviamo per esempio nella foto non sento più niente dove un’otaria è appoggiata su una stufa. Paolo ci racconta che molto spesso questo animale lo si ritrova appoggiato su superfici tutt’altro che comode, per questo motivo è stato scelto per questa foto.
OGNI FOTO E’ CARATTERIZZATA DA FUNGHI? CHE SIGNIFICATO HANNO?
Ogni volta che sono entrato in una stanza abbandonata mi sono sempre immaginato di trovare dei funghi. Questo è quello che mi sarei aspettato, come mi sarebbe piaciuta la scena. I funghi sono stati aggiunti per avvicinare la realtà alla mia immaginazione, alla mia emozione.
Un’altra caratteristica che accomuna tutte le fotografie sono i toni pastello, una cromaticità costante che porta ad immaginare le foto simili a dei dipinti.
La fotografia è il rifugio dei pittori mancati (Baudelaire)
Un altro aspetto importante che Paolo vuole trasmettere è la confusione, vuole creare uno spaesamento nell’osservatore.
Paolo tiene a precisare che la forma di confusione però non è una menzogna. L’idea che lo stuzzica è il pensiero di un osservatore che per una piccola frazione di secondo possa pensare di avere davanti una scena reale e sospesa nel tempo. Ovviamente l’inganno dura per un tempo impercettibile, perchè gli accostamenti animali/stanze sono dichiarati, sono allo stesso tempo coerenti ed incoerenti, perfetti e imperfetti.
COSA SOGNANO GLI ALBERI
In questa serie di fotografie Paolo ha voluto rappresentare le piante nel loro periodo di riposo invernale e i sogni che immagina possano fare. La sua immaginazione ha associato i sogni delle piante ai sogni degli umani.
Questi ultimi sognano principalmente cosa non possono ancora avere e quindi ha individuato nella primavera il sogno proibito delle piante.
La primavera è stata rappresentata con uno degli animali che più ne rappresenta l’arrivo: la farfalla.
Gli sfondi delle fotografie sono le pareti dei cascinali abbandonati. Gli alberi sono raffigurati da alberi veri, ombre di alberi oppure tralicci con la forma simile, evidenziando l’immaginazione come uno degli aspetti principali delle fotografie di Paolo.
PERCHÉ SONO STATE SCELTE PROPRIO LE FARFALLE?
Paolo per spiegarci la scelta ci racconta una credenza popolare che associa la farfalla al sogno.
Nella tribù dei Piedi Neri in America vi era la credenza che le farfalle potessero essere portatrici di sogni. Per questo motivo le mamme ricamavano le farfalle sulle bende che legavano sugli occhi dei bimbi per farli dormire. Le farfalle non sono quindi solo le attrici del sogno ma sono esse stesse portatrici di sogni. Ed è così che i rami nelle fotografie diventano come bruchi fino ad arrivare alle farfalle che in seguito a metamorfosi prenderanno il volo.
SHEUT
Con questa fotografia Paolo ha partecipato ad un concorso ove si richiedeva la rappresentazione della terra e del sacro.
La fotografia è sempre una sovrapposizione di più scatti, sullo sfondo si notano infatti le colline dolci delle Langhe.
La rappresentazione del sacro avviene invece tramite la figura del pellicano, simbolo di Cristo per il cristianesimo.
Un altro aspetto che vuole ricreare in questa foto è il movimento, il passaggio degli occhi dell’osservatore dal pellicano a sinistra, verso quelli di destra, passando a quello in alto e poi verso quello in basso. La volontà è creare uno sfasamento temporale dipeso dagli occhi di chi guarda e dal riflesso presente nella foto.
MA QUALI SONO GLI ARTISTI CHE HANNO INFLUENZATO PAOLO NEL SUO PERCORSO ARTISTICO?
La seconda parte dell’incontro è stata dedicata ad un viaggio -molto interessante- tra i principali riferimenti artistici di Paolo.
Ecco alcuni nomi e un accenno a quali elementi sono significativi per Vergnano.
MAGGIE TAYLOR. Nei suoi lavori scansiona foto antiche, le elabora e le assemblea.
PHILIPPE HALSMAN. Esempio di uno scatto fotografico modificato ma che non perde comunque la sua potenza, la sua emozione.
BERND E HILLA BECHER. La potenza delle loro creazioni non sono la singola fotografia ma l’accostamento di più foto dove si esalta la differenza e si rappresenta un lavoro costruito / pensato.
GREGORY GREWDSON. Le immagini di Gregory sono immagini che ti portano a porti delle domande. Come ci racconta Paolo è impossibile non farle, non cercare di costruire una storia guardando le sue fotografie.
THOMAS DEMAND. Ricostruzione di un ambientazione esistente in scala 1:1. In tutte le foto vi è un elemento di disturbo che porta inevitabilmente all’osservatore una sensazione di confusione, ma subito dopo la consapevolezza della ricostruzione dello scatto.
ARNO RAFAEL MINKKINEN. Nelle sue foto la natura è protagonista. Arno fotografa parti del suo corpo creando una simmetria con la natura, generando anche in questo caso una situazione di confusione.
La serata si è conclusa con la visione delle stampe di alcuni dei lavori di Paolo su carta cotone. La resa su carta ruvida concorre a introdurre una nuova chiave di lettura e di “confusione” avvicinando le fotografie a dipinti.
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La Liguria dei borghi medievali - 14 e 15 aprile - weekend fotografico - Reflextribe
[…] ci appoggeremo a Paolo Vergnano, che ci aveva catturati e ammaliati con le sue immagini durante un raduno tribale), a disposizione del gruppo per l’intero […]