World Press Photo Exhibition 2018

World Press Photo Exhibition 2018

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Fino all’11 novembre è possibile vedere all’ex Borsa Valori a Torino la mostra internazionale World Press Photo. E’ l’esibizione di giornalismo più visitata al mondo ed esposta in 45 paesi.

Sono esposte le foto vincitrici del concorso di fotoreportage creato dalla fondazione omonima che, dal 1955 promuove il fotogiornalismo di qualità. Le 135 foto selezionate sono premiate per categoria e ogni progetto, ogni fotografo richiederebbe un articolo a sé.

Vi parlerò soltanto delle immagini che più mi hanno colpita, per lasciarvi, così un motivo per andare a vedere la mostra. Quando le immagini di cui parlo non sono presenti, è sufficiente cliccare sul nome del fotografo.


Finestre sul mondo

Quattro donne delle Zanzibar nuotano a dorso trasportando taniche vuote. Che cosa stanno facendo? Mi sono domandata osservando la foto di Anna Boyazis, immaginando che si trattasse di un particolare trasporto via mare. Si tratta, invece, di un corso di nuoto per donne. Molte di loro, infatti, a causa delle norme islamiche, non sanno nuotare per l’assenza di costumi adeguati. Grazie alle persone del progetto Panje e ad abiti adatti, queste donne possono imparare a muoversi in acqua con serenità. Girandomi a destra, ho potuto osservare una parete con un progetto curioso in bianco e nero. Sono fotografie che ritraggono la spensieratezza di due ragazzine, Hannah e Alena che vivono in un villaggio bioenergetico nella regione austriaca di Waldviertel. Dal 2012 la fotografa Carla Kogelman trascorre le estati con loro e scatta fotografie che sono istantanee di quotidianità. In questi scatti si avverte che la presenza di questa fotografa è vissuta come un’abitudine.

 

Una piccola foto di Erik Sampers sembra riprodurre minuscole formiche sulla sabbia. Ad uno sguardo più attento si può notare che si tratta, invece, di persone nel deserto e che stanno correndo la Maratona delle Sabbie. Si svolge ogni anno nel Sahara marocchino e i partecipanti percorrono a tappe 250 km con una temperatura media di 50 gradi!

Il progetto di Jasper Doest fa subito pensare al mondo circense. L’autore ha raccontato per immagini il fenomeno dell’addomesticamento dei macachi in Giappone. Questi animali sono abituati alla presenza dell’uomo e, nelle metropoli del paese, si è creata una vera e propria moda. Si possono osservare scimmie vestite come umani e scimmie lavoratrici.

La cruda realtà

Questo per me è il secondo anno che seguo l’esibizione e, per la seconda volta, ho elaborato lo stesso pensiero. La peculiarità di questo evento è far vedere la realtà attraverso diversi occhi. Si inizia in sordina con argomenti più leggeri, per arrivare alla parte centrale nella quale emerge tutta la violenza. Un uomo che scappa in fiamme, gambe ricoperte di sangue, la repressione delle proteste in  Venezuela… Tutto questo ci fa interrogare su come sia possibile fotografare in certe situazioni di estremo pericolo e sofferenza. Quanti fotografi ci riuscirebbero?

Una fotografia che mi ha colpito è il ritratto di Manal del fotografo italiano Alessio Mamo. La ragazzina ha una maschera e, seduta, guarda verso destra; è stata vittima di un’esplosione di un missile che le ha distrutto la faccia e ustionato le braccia. Ora sta seguendo un lungo percorso di ricostruzione facciale in Giordania. Questo progetto pone l’attenzione sul numero di feriti gravi che, a livello mondiale, vive per mesi e anni in ospedale.

La piccola foto del fotografo australiano Patrick Brown è forse quella che mi ha più colpito. Nessuna ricerca di espressioni drammatiche, né eventi spettacolari, semplicemente uno sguardo su una realtà che non si vuole vedere. Nella foto sono distesi i corpi bagnati dei rifugiati Rohingya, la minoranza musulmana perseguitata in Myanmar. La barca su cui stavano viaggiando si è rovesciata e su 100 persone ne sono sopravvissute 17.

Si può parlare di un contesto violento in diversi modi. Adam Ferguson ha deciso di farlo attraverso i ritratti. Le ragazze nigeriane da lui fotografate sono riuscite a scappare dai miliziani di Boko Haram dai quali avevano ricevuto l’ordine di farsi esplodere. Ogni foto ritrae una di queste giovani con un velo che le nasconde il volto. L’impatto visivo è estremamente forte e il messaggio potente.

L’ambiente in pericolo

Sono numerosi i fotografi che hanno dedicato i loro progetti ai mutamenti climatici, problema che spesso viene sminuito o trascurato, ma sul quale c’è molto più da dire. Daniel Beltra ha realizzato un progetto fotografico a volo d’uccello sopra la foresta amazzonica brasiliana. Il suo obiettivo è mostrare il procedere della deforestazione per sfruttare economicamente il suolo. La foresta amazzonica è uno dei grandi “pozzi di assorbimento del carbonio” della Terra, che assorbe miliardi di tonnellate di biossido di carbonio ogni anno e agisce come regolatore del clima. Senza di esso gli effetti del riscaldamento globale sarebbero devastanti e aumenterebbero frane e fenomeni atmosferici estremi.

La foto di Thomas P. Peschack  confronta il numero di pinguini africani del passato con quello presente. Facendo clic sul nome del fotografo potrete vedere l’immagine: l’autore è sull’isola di Halifax in Namibia e tiene in mano una foto di fine Ottocento dello stesso posto. Il numero di pinguini è diminuito drasticamente per colpa della pesca intensiva  e dei mutamenti climatici.

Vicino a questa fotografia si trova il progetto interessante di Kadir Van Lohuizen. Il fotografo ha girato il mondo per mostrare come si gestiscono i rifiuti in diversi luoghi (tra cui la Nigeria, il Brasile, l’Olanda). Nelle sue foto sono costanti le montagne di spazzatura e ciò evidenzia che l’umanità non ha mai prodotto così tanti rifiuti come adesso.

Le foto di Luca Locatelli sembrano provenire dal futuro: serre illuminate a giorno, sperimentazioni di nuove tecnologie… Il suo progetto è stato realizzato in Olanda. Il mondo dovrà produrre nei prossimi 40 anni più cibo di quanto sia stato raccolto negli ultimi ottomila anni. L’Olanda sta sperimentando in agricoltura tecnologie avanzate che le hanno permesso di diventare il secondo paese esportatore di cibo al mondo.

E se siete interessati…

Volete vedere le foto di cui abbiamo parlato e scoprire tutti i vincitori di World Press Photo 2018? Stiamo organizzando un’uscita per andare a vederla tutti assieme! Sarà un’occasione per immergersi in numerose tematiche dell’attualità attraverso gli occhi di tanti fotografi.

L’appuntamento è per sabato 10 novembre ore 15.00 di fronte all’ingresso dell’ex Borsa Valori, piazza Valdo Fusi. La partecipazione è gratuita ed aperte anche ai non-soci REFLEXtribe, chiediamo solo di prenotarsi scrivendo a info@reflextribe.com.

 

 

 

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