Il corso di Visual Story Telling prende avvio con molti contenuti e riferimenti, a partire da questi stimoli ciascuno viene invitato ad elaborare la propria mappa concettuale attorno ad una parola/concetto. Di solito chi non ha un interesse particolare o una idea definita può partire dalla parola “casa” oppure “confine”.
In tutti i casi la singola fotografia perde senso, valore e significato se non è messa in relazione con le altre che compongono il racconto.
Gli elaborati che state per vedere comprendono formati diversi, perchè il mezzo riveste un ruolo molto importante in un progetto di visual story telling: sia esso un fotolibro, una installazione, un video, una performance, la modalità scelta per veicolare la storia è essa stessa parte del contenuto e dovrebbe esserne coerente.
“Substantia” di Alessio Ferreri
Partiamo sul sicuro con il progetto “Substantia” di Alessio Ferreri che riflette sul senso di inadeguatezza e sui limiti che ci autoimponiamo per adeguarci ad un gruppo, omologandoci senza dare spazio alla nostra diversità. Sfogliando il pdf verrete colpiti oltre che dalle fotografie “da professionista” dall’impaginato pulito ed asciutto, dall’uso del colore e dai testi che a volte sono tracciati sopra le fotografie e a volte divengono parte dell’immagine come fossero sottotitoli. Alessio riesce a dare un’impronta molto cinematografica al racconto.
“ROUTINEИITUOЯ” di Roberta Arnone
Roberta ci racconta in stop motion casa e le azioni che qui si ripetono in una routine costante, con poche variabili.
“Fiorina” di Antonella Oldano
Antonella racconta invece una storia intima e sviluppa il proprio progetto all’interno della casa della mamma Fiorina. La vita di una persona anziana è racchiusa dalle mura domestiche e ruota, a ben guardare, tutta attorno al tavolo, dove si sfoglia il giornale, dove ci si pettina, dove si rinvasa i basilico. Le fotografie del tempo presente spontanee ed affettuose, sono intervallate da quelle dell’album di famiglia. Si vede quasi sempre Fiorina in compagnia della sorella e risulta praticamente impossibile distinguere le due donne. Il progetto di Antonella partiva da un gran numero di scatti ed è stato molto “asciugato” in fase di editing. Alla docente Anna Brignolo si deve anche una postproduzione omogenea sul bianco e nero, perfetta per valorizzare l’occhio di Antonella, così delicato ma mai sdolcinato o banalmente nostalgico. Antonella aveva paura di essere “stucchevole” ed è assolutamente riuscita a non esserlo.
“Sul confine” di Maria Grazia Castiglione
Non ha bisogno di presentazioni questo progetto in cui voce, parole ed immagini trasferiscono in 3 minuti ed in modo perfetto la sensibilità di Maria Grazia.
“MPWRMNT” di Martina Giglio
E’ complesso raccontare in sintesi il progetto di Martina, di cui si condivide qui una versione che non rispecchia completamente gli intenti dell’autrice. E’ un racconto intimo, una storia personale di rielaborazione di un passato doloroso ed imprigionante, di una rottura con questo passato e di un presente più sereno e libero. L’editing finale ha il merito di rendere comprensibile la storia ad occhi estranei, ma anche il problema di aver sottinteso o eliminato alcune parti della storia. In questo compromesso sta però il segreto di un buon editing ed è proprio per questo che è utile un occhio esterno, tecnico e “freddo” nella selezione finale degli scatti.
“Segni” di Stella Saracino
Ebbene sì, anche io ho partecipato a questo corso. Mi sono concentrata sul tema “Casa” interpretandola come l’insieme degli spazi domestici, di quelli mentali e di quelli del corpo. Ho cercato di leggere i segni, i dettagli, gli elementi che portano una traccia di cambiamento e per farlo ho dovuto confrontarmi con il disordine/ordine della mia casa e di me. Volevo trasferire questa idea di ordine instabile e mutevole anche nella presentazione degli scatti, per questo il mio progetto andrebbe sfogliato, il pdf lo rende troppo statico.
“J.” di Guido Fassio
Anche il nostro docente si è messo in gioco! Guido ci fa guardare con gli occhi del suo cane e fotografa ciò che lui guarda e tenta di farlo nel modo in cui lui vede (gli unici colori presenti sono il giallo e il blu).