America Fi(r)st: Max Ferrero e Renata Busettini presentano il reportage nell’America di Trump

America Fi(r)st: Max Ferrero e Renata Busettini presentano il reportage nell’America di Trump

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Martedì 13 ottobre 2020 sono venuti a trovarci Max Ferrero e Renata Busettini per presentarci “America Fi(r)st” un reportage durato 4 anni nell’America di Trump, edito da Allemandi.

Durante l’incontro si è parlato della genesi del libro, di come è nata l’idea e di come abbia preso man mano forma e si sia poi concretizzata in una edizione curata e scandita dai testi di Alan Friedman.

Come è nato il reportage

Nel 2017 Max e Renata decidono di dedicare le loro vacanze agli USA. L’occasione del viaggio è però anche lo spunto per dare inizio ad un progetto fotografico: invece di studiare una guida turistica, prima della partenza stabiliscono alcune delle tappe in base ad un’idea di reportage.

Inizialmente Max intendeva raccontare la realtà mineraria della “Rust Belt”, la cintura di ruggine che comprende stati come Pensylvania, Ohio e Michigan. i primi contatti infatti furono presi per fotografare le miniere di carbone e raccontare la vita dei minatori e delle loro famiglie. Trump era stato da poco eletto e la sua figura era solo lo sfondo sfocato del fil-rouge che regge poi l’intero libro. Una delle sue prime campagne riguardò proprio il rilancio delle miniere di carbone e su questa promessa raccolse molti consensi proprio tra le fasce più deboli della popolazione.

Fotografare all’interno di una miniera non è cosa semplice e l’unico “gancio” che riescono ad ottenere è quello con il proprietario di una piccola miniera. Conosciuta la famiglia, scattano alcune fotografie: alcune in miniera, altre in casa, momenti di famiglia. Lo scatto che inaspettatamente rimane e viene poi inserito all’interno del libro è un ritratto alle ragazzine della famiglia, sorridenti nella loro veranda. Alle loro spalle l’adesivo “Trump for coal”. Da sfondo a nodo della narrazione: l’idea si delinea. Il reportage avrebbe riguardato l’America di Trump.

Le 4 tematiche del libro

Il libro raccoglie scatti tutti in bianco e nero. Essi ruotano attorno a 4 grandi tematiche e raccolgono soprattutto ritratti, sullo sfondo case, strade, città dell’America di Trump. Sono tante storie individuali o famigliari, frammenti di una storia più ampia che abbraccia una intera nazione.

La cintura di ruggine

Gli scatti ci portano nelle periferie: i margini sociali, economici e culturali che rappresentano una grande parte dell’America di Trump. Sono ritratti di persone davanti alle proprie abitazioni, per le strade di città industriali.

La cicatrice

In questa sezione viene raccontato il “muro di Trump” che separa l’America dal Messico e dagli “stupratori, criminali e cattivi” che da lì arrivano. Trovano spazio le storie di chi tenta il passaggio, delle associazioni che fanno in modo da consentire alle persone che tentano di attraversare il confine di sopravvivere nel deserto, dei tanti lavoratori che in modo più o meno legale tutti i giorni attraversano il confine per lavorare nei campi dell’Arizona.

Il secondo emendamento

La terza sezione comprende le riflessioni sulle armi e sul diritto, sancito dalla costituzione, di difendere la proprietà privata con le armi, anche quelle da guerra. Le armi in America sono quasi un culto, un’ossessione. Un aspetto interessante che viene sottolineato però durante la presentazione è il tema della memoria. Spesso i luoghi delle stragi (che avvengono generalmente a causa della troppo ampia diffusione di armi da fuoco tra i civili) non riportano alcuna traccia dell’evento sanguinoso di cui sono state teatro. C’è una continua e costante “pulizia” dei luoghi delle stragi, con l’eliminazione dei segni e dei ricordi. Essi sono relegati agli spazi privati, alle case dei famigliari delle vittime, che solo qui a volte possono realizzare veri e propri mausolei.

Il “sogno” americano

E’ un sogno morto. Non esiste più da molto tempo. In questa sezione sono raccolte le fotografie che rappresentano il volto dell’America che al di qua dell’Oceano forse conosciamo poco, ma che rappresenta la maggior parte dell’America.

Sono senza tetto, persone che hanno perso il lavoro, che vivono con l’assegno di sussistenza, persone con un presente o un passato da tossicodipendenze.

Dall’idea al libro

Il libro raccoglie fotografie scattate nell’arco di 4 viaggi negli USA a cui sarebbe  dovuto seguire un quinto ed ultimo viaggio, già prenotato e poi saltato a causa della pandemia. L’emergenza sanitaria ha ovviamente impattato, oltre che sulla vita di tutti, anche sul progetto del libro. Il quinto viaggio sarebbe servito forse per ritornare da alcune delle persone ritratte. In realtà il materiale per il libro c’era già tutto.

Le bozze erano state presentate a differenti case editrici, ma la pubblicazione si è poi concretizzata in modo quasi fortuito con Allemandi. Interviene a questo punto Beatrice Allemandi, figlia di Umberto Allemandi. Racconta di come quasi per caso prese parte ad una riunione tra Max e Renata e il padre, arrivando ad incontro iniziato si fermò ad ascoltare il padre pronunciare una serie di argomenti già sentiti (sulla crisi dell’editoria in genere, su tutti i ma e i se). Intanto sfogliava le fotografie, guardava le bozze. Interruppe la conversazione: “Papà, ma hai visto queste fotografie? Sono forti, raccontano e trasmettono. C’è qualcosa nella capacità di vedere e di trasmettere di queste due persone”. Quello fu il momento di svolta. Il libro si sarebbe pubblicato. L’editore ci crede.

Il titolo e il messaggio

America Fi(r)st –  L’America per prima: uno slogan che ci suona stranamente familiare. Leggiamo anche “fist”, pugno. Un pugno nello stomaco oppure il pugno alzato del movimento “black lives matter”.

E’ sul primo significato però che Max pone l’accento: il messaggio del libro è un monito per noi italiani. Perchè da questo ritratto dell’America possiamo leggere ciò che ci aspetta, possiamo prevedere dove stiamo andando. Possiamo traslare le tematiche nel bel paese: il tema dell’immigrazione, della politica che parla “alla pancia”, delle promesse verso i più deboli.

Se non bastassero poi le splendide fotografie, ci sono i testi di Alan Friedman. Fortissimi, aggressivi, fieramente schierati. Liberi, anche se un po’ si è smussato perchè il confine con il vilipendio può essere molto sottile.


Se volete sfogliare il libro potete passare a trovarci in sede (solo su appuntamento). Ne abbiamo qualche copia disponibile per la vendita, in alternativa potete ordinarlo qui.