Scrivere con la luce e con le idee: i progetti di Tiziana e Gianni Baldizzone

Scrivere con la luce e con le idee: i progetti di Tiziana e Gianni Baldizzone

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Tiziana tiene in mano fogli e fogli di appunti e, mentre parla, sbircia per non perdere il filo del discorso. Perché sulla vita da fotografi che lei e suo marito Gianni condividono da anni ce ne sono tante di storie da raccontare. Martedì 19 novembre abbiamo trascorso un raduno tribale assieme a Tiziana e Gianni Baldizzone, coppia di fotografi nomadi che vive tra Torino, Parigi e tutti gli angoli di mondo in cui si recano. Hanno inaugurato la mostra Trasmissions People to People al Museo del Risorgimento che è assolutamente da vedere!

La lunga ricerca del progetto

La serata in compagnia di Tiziana e Gianni è stata come aprire un libro e leggere un racconto avvincente che ti porta in tutto il mondo; uno di quei romanzi che, mentre leggi, ti permette di visualizzare l’immagine di una persona e di percepirla proprio lì, davanti a te: parola dopo parola, ti immergi in ogni dettaglio della sua vita. Perché le fotografie dei Baldizzone possiedono sia l’immediatezza propria dell’immagine, che la possibilità di letture profonde ed su vari livelli.

La loro storia inizia nel 1977, anno del loro incontro in Madagascar. Iniziano a lavorare fin da subito assieme, creando progetti fotografici per riviste italiane e internazionali come Airone, Geo, LeFigaro Magazine. Girano il mondo attratti dalle storie di cui parlare, sempre mettendo al centro il genere umano. E se si vuole andare alla ricerca della figura umana, in tutte le sue culture possibili, è importante studiarla in maniera approfondita. I due fotografi sono convinti che per mettere in atto un buon progetto fotografico sia importante creare una buona relazione. Per questo motivo nasce la necessità di creare lavori a lungo termine.

Spesso nei nostri Raduni Tribali, diversi fotografi hanno parlato dell’importanza della lentezza e della conoscenza di ciò che si fotografa.  Con Tiziana e Gianni, però, abbiamo potuto parlare (per la prima volta?) di progetti a lunghissimo termine che hanno nella lentezza la loro potenza. Oltre ad essere fotografi, penso che Tiziana e Gianni, sarebbero degli ottimi antropologi e più che alla figura moderna di questi studiosi, me li immagino in stile antropologo culturale classico: due persone che partono per un lungo viaggio, arrivano in un posto remoto e passano anni su un’isola sperduta a parlare con i nativi e a prendere appunti. Tiziana e Gianni osservano ed entrano in relazione con i soggetti da fotografare per un tempo molto lungo. Sono stati anni e anni su un’isola sperduta? Non proprio, ma ci sono andati vicini.

Un lavoro certosino

I loro progetti fotografici partono dalla stesura. Di quale tematica occuparsi? Come suddividerla? E quali fotografie ci si può aspettare di trovare? Organizzare tutto è importante per avere sempre sotto controllo il progetto, ma è necessaria anche la flessibilità per saper improvvisare. La stesura si sviluppa e consolida in un lavoro di coppia: ogni fotografia viene firmata da entrambi perché fa parte di una creazione comune che, da uno solo di loro non sarebbe possibile. – Anche se dovessi partire solo io – mi dice Gianni dopo l’incontro – le foto sarebbero firmate da tutti e due. Un aspetto che ha fatto parlare molto di loro, che su questo punto sono irremovibili: le creazioni sono nostre e nostra è la scelta di firmarle assieme!

Transmissions

Trasmissions nasce dalla costola di un progetto precedente, Qui es-tu? con un’idea molto interessante: fotografare la trasmissione del sapere. La prima volta che ho sentito Tiziana parlare di questo progetto è stato all’inaugurazione della mostra e non avevo ancora visto le loro fotografie. Mi sono, perciò domandata: “come si fa a fotografare qualcosa di così intimo e astratto come la trasmissione del sapere?”

A loro non interessava fotografare la riproduzione di un’azione, ma il vero momento in cui succede qualcosa di importante: una persona incontra il maestro, si crea un legame e, infine, l’allievo può fare tesoro degli insegnamenti ricevuti. Il passaggio del sapere è un elemento universale del genere umano; passa dai corpi e dalle menti per trasmettere elementi importanti per la sopravvivenza e conoscenze del passato a cui si dà valore.

Tiziana e Gianni hanno fotografato i ceramisti delle porcellane di Sèvres, i tintori del Mali, i maestri del teatro No. In ogni angolo di mondo avvengono trasmissioni di sapere: da adulti a bambini, da donna a donna, da  cultura a cultura e così via.

Il sapere non è da loro inteso come un insegnamento di tradizioni anacronistiche. Si tratta di conoscenze, non per forza antiche, a cui viene dato valore nel momento presente. Questa è la forza di Trasmissions: non ricrea tradizioni artificiali del passato alla ricerca della purezza o dell’esotico, ma mostra come questi saperi, così variegati, siano incarnati dalle persone nella contemporaneità.


Una mostra assolutamente da vedere. Per visitarla ecco alcune informazioni utili:

Museo del Risorgimento, via Accademia delle scienze 5

dal 30  ottobre 2019 al 30 agosto 2020

2 Responses

  1. Marco Povero

    Veramente una bella serata. Onorato di aver conosciuto Tiziana e Gianni. Ovviamente sono andato a vedere la mostra al Museo del Risorgimento, ne è valsa veramente la pena, bellissima.

    • Si, forse dopo averli conosciuti di persona e avere avuto una spiegazione del significato del progetto si riesce ad apprezzare la mostra ancora di più.

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