Svegliarsi alle sei di mattina in una fredda giornata autunnale non è così male se ci si aspetta una giornata all’insegna della fotografia e del buon cibo. Sabato 22 ottobre abbiamo passeggiato tra le viti langarole, osservato la svinatura e scoperto da vicino il mondo dell’apicoltura.
Seguiti dalla nostra storica guida Marcello Bertino (“Il gioco del mondo”), ci siamo trovati a passeggiare e scattare le nostre prime foto al castello di Grinzane Cavour avvolto nella nebbia e nei vigneti circostanti.
Quest’anno la raccolta dell’uva è stata anticipata, complici gli ultimi rovesci, come ci hanno raccontato le sorelle Olivero proprietarie dell’omonima azienda vinicola che ci ha ospitato.
Raffaella, Valentina e Laura ci hanno accolto nella loro azienda lasciandosi fotografare all’opera e dandoci la possibilità di cimentarci nel loro mestiere. Le abbiamo incontrate nel mezzo della svinatura, processo con il quale si separa il vino dal mosto al termine della fermentazione.
Come si svina?
Armati di guanti e di macchine fotografiche alcuni temerari si sono inerpicati sulle alte botti e altri dotati di zappe hanno seguito la procedura dal basso.
La parte inferiore della botte viene aperta, il vino viene filtrato e con una pompa travasato in una botte vuota. Mentre il mosto viene raccolto in una botte e utilizzato per la fermentazione della grappa.
Osservare migliaia di litri di vinaccia dall’alto non è un’esperienza da tutti i giorni, soprattutto se si riflette sul fatto che sotto di te c’è una distesa rossa di futuro Barolo! Ogni procedura e ogni dettaglio è stato immortalato dai nostri fotografi che si sono placati solo nel momento in cui la nonna delle sorelle Olivero è arrivata a servirci un pranzo delizioso a base di polenta, spezzatino formaggi e altre prelibatezze, tutto accompagnato dal loro ottimo vino.
Quanto sia stato difficile muoversi dopo il pranzo lo sanno solo i partecipanti e con curiosità e timore ci siamo avventurati verso la tappa successiva: azienda Ape Gaia.
Vita da apicoltori e non solo
Ancora più temerari sono stati coloro che si sono vestiti di tutto punto e si sono avvicinati alle arnie di Domenico.
Domenico, ci ha confessato di aver studiato molto di più per conoscere le abitudini di questi piccoli insetti che negli anni dell’università.
Capiamo subito non essere un lavoro facile, ci sono un sacco di cose a cui fare attenzione nonostante le api siano una specie abbastanza resistente.
Durante tutto l’inverno, ci spiega, che nell’alverare rimane costante la temperatura di 37 gradi. Questo solamente dovuto allo strofinio tra I corpi delle api che lo abitano; per questo aprire le arnie e avvicinarsi ad estate finita è molto più sicuro.
Oltre la passione per la produzione del miele Domenico riunisce alcuni trifolau della zona, riuscendo a farci tornare la fame presentandoci una cesta degli ultimi tartufi bianchi trovati.
One Response
Maurizio
Bellissimo workshop Peccato averla persa😞