“Paolo Ventura Carousel” in mostra a Camera Torino

“Paolo Ventura Carousel” in mostra a Camera Torino

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Sta per concludersi a Camera la mostra “Carousel” che comprende le opere più significative della produzione artistica degli ultimi 15 anni di Paolo Ventura.

In mostra sono esposte fotografie, insieme a disegni, sculture, manichini, costumi, scenografie in un allestimento immersivo, nel quale anche le pareti e le didascalie stesse sono state realizzate dall’autore scrivendo a mano sui muri o colorandone alcune porzioni.

Paolo Ventura è un artista che utilizza la fotografia per fissare e dare una conclusione alle sue opere che uniscono pittura, disegno, scenografia, collage. Il suo lavoro si inserisce nel filone articolato della staged photography (di cui avevamo accennato in in post dedicato a Sandy Skoglund), ma sarebbe riduttivo fermarsi a questa definizione.

Ti si può anche definire un collezionista?

Forse collezionista è un termine troppo nobile, potrei definirmi un raccoglitore di avanzi. […] L’aspetto interessante è che negli anni quello che accumulo rientra sempre nel mio lavoro, direttamente o indirettamente.”

Da “Paolo Ventura Photographs and drawings” a cura di Walter Guadagnini – Silvana Editoriale


Paolo Ventura: biografia rapida

Per comprendere un autore difficilmente si può prescindere da qualche cenno sulla sua vita e formazione. Questo vale in particolar modo per Paolo Ventura: la sua biografia ultra sintetica aiuta a farsi una idea sul alcune delle sue tematiche più care.

Classe 1968, Ventura nasce a Milano. Il padre Piero era autore ed illustratore di libri per l’infanzia. Come la madre, Paolo frequenta l’Accademia delle Belle arti di Brera (o come afferma lui stesso ci “rimane parcheggiato” per qualche anno). In famiglia sono tutti artisti: il fratello maggiore e il suo gemello (avere un gemello lo spinge ad interrogarsi sul tema dell’identità) sono molto bravi nel disegno e proseguono sulle orme di famiglia.

Paolo si avvicina alla fotografia, che diventerà il “suo luogo”, alla faccia di una famiglia “ingombrante”, quasi per caso. Prima collabora con un fotografo specializzato in still life e poi si dedica alla fotografia di moda. L’ambito della moda non lo interessa. Non gli permette di evolvere e maturare: appena può abbandona questo tipo di lavoro per dedicarsi alla propria ricerca personale.

Verso la fine degli anni ’90 si trasferisce a New York con la moglie. Qui la sua fotografia diventa narrazione. Inizia a mettere in scena storie, reali e/o immaginate. Le tecniche si fondono in funzione della narrazione e Ventura esce ed entra nell’ambito fotografico liberamente ed in modo fluido. Il suo studio oggi è ad Anghiari, in Toscana.

Eppure non ti senti un fotografo…

Sì, infatti. Questo forse mi ha permesso di muovermi dentro e fuori in maniera libera, senza troppi vincoli ideologici. Quando ho iniziato il lavoro nella fotografia era ancora molto conservatore […]All’inizio ho lottato contro quel sistema per riuscire ad usarla per raccontare cose mie e non la realtà. […] Oggi la fotografia è morta ed è rinata. Meglio secondo me. É rinata più ricca, più libera, più intelligente.

Da “Paolo Ventura Photographs and drawings” a cura di Walter Guadagnini – Silvana Editoriale

Temi ricorrenti e progetti in mostra

I personaggi del soldato, del pagliaccio, del mago, il mondo dell’infanzia, la città, l’autoritratto e l’identità: sono queste le tematiche che ricorrono in vari lavori tra quelli proposti in mostra. A questi si sovrappongono, come su strati diversi, citazioni dalla storia dell’arte e dalla letteratura, fatti di cronaca, oggetti collezionati o ricostruiti.

War Souvenir

É il primo lavoro in cui Ventura utilizza la fotografia per raccontare un mondo inesistente. Mette in scena attraverso modellini in scala 1:6 ciò che ricorda dei racconti sulla guerra che durante l’infanzia gli fece la nonna. L’illuminazione è cruda, le ombre nette su un mondo palesemente “finto”.

L’automa

É la storia, ambientata nel ghetto di Venezia al tempo del rastrellamento ad opera dei nazisti, di un orologiaio che si costruisce un automa affinchè gli faccia compagnia. Lo spazio delle scene è più ampio, la luce più morbida. Qui si fa più fatica a distinguere reale e finzione. Le figure sono sospese: c’è un leggero errore nelle proporzioni tra personaggi e paesaggio, perchè non sia tutto immediatamente decifrabile.

Behind the Walls

E’ il primo progetto in cui Ventura inizia ad usare se stesso all’interno delle opere.

Short Stories

Segna il ritorno di Ventura in Italia, ad Anghiari, dove aveva trascorso gran parte dell’infanzia. Nel nuovo studio costruisce un palcoscenico e coinvolge moglie, figlio e il proprio gemello per dare vita a brevi storie di guerra, magia, meraviglia.

Ex Voto

Sono grandi ritratti di soldati della Grande Guerra. I soldati hanno tutti il volto di Ventura stesso, gli occhi sono ridipinti in modo irreale, la dimensione dei ritratti è leggermente maggiore di quella reale (o è solo una sensazione?), sono macchiati di sangue che è palesemente pittura rossa. In questa serie la fusione tra fotografia e pittura è molto efficace ed equilibrata.

Da questo breve elenco mancano alcune delle opere più iconiche come CollageGrazia Ricevuta o Behind The Walls.  La lista delle opere è comunque molto ampia e consigliamo di approfondire direttamente sul sito ufficiale dell’autore.


Cosa ci ha colpito

Il mondo di Paolo Ventura colpisce ed affascina per i rimandi continui, le citazioni nascoste, la possibilità di leggervi storie mutevoli e soprattutto per la libertà di mescolare tecniche diverse. Ispira: viene voglia di provare a sperimentare nello stesso modo, quasi il suo lavoro fosse un metodo, più che uno stile da imitare e basta.

E poi si possono analizzare le diverse opere, come suggeriva Nemi Ferrara, che ci ha presentato la mostra in una serata molto interessante e gradevole (e per la quale non la ringrazieremo mai abbastanza!) giocando a rintracciare riferimenti.

Io ho ritrovato Pinocchio, Calvino, Otto Dix, Edward Hopper, Andrea Mantegna, De Chirico, Magritte (ma quello lo vedo dovunque!).

Arricchite la lista nei commenti. E se volete sfogliare il catalogo è disponibile in sede oppure acquistabile qui.

Consigliamo sicuramente di visitare la mostra a Camera (l’allestimento è esso stesso una grande opera autografa): è stata prorogata fino al 28 febbraio 2021.

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