In Uzbekistan: il Racconto di Viaggio

In Uzbekistan: il Racconto di Viaggio

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Il resoconto fotografico del viaggio in Uzbekistan

Samarcanda

Piazza Registan – Samarcanda

 

‘Ridere Ridere Ridere ancora ora la guerra paura non fa…’, risuonava dallo stereo del nostro autista per le vie di Samarcanda. Siamo italiani: meritiamo tutto questo!

Samarcanda è una città di circa 600.000 abitanti, situata nella parte orientale dello stato Uzbeko. Città sull’antica via della seta, deve le sue maestose costruzioni (principalmente religiose) all’eredità lasciata da Amir Timur (Tamerlano) e discendenza, che per secoli hanno dominato sulle terre dell’Asia centrale, facendo di Samarcanda la capitale.

Piazza Registan è sicuramente la meta imperdibile. 3 Madrasse si affacciano sulla piazza coi loro maestosi portali e minareti, al loro interno cortili finemente rifiniti con pareti di mosaici e maioliche. Purtroppo..e questo è tipico di tutto il paese, la maggior parte dei monumenti è stata ricostruita negli anni ’70 dai governi dell’ U.r.s.s., Terra di passaggio l’Uzbekistan è stato a turno depredato un po’ da tutti: Persiani, Mongoli, Zar e Sovietici.

Fotograficamente:

Abbiamo visitato troppi monumenti in 2 giorni…e non sto qua a citarli tutti (anche perchè di alcuni non ricordo il nome  😉 ) ecco quelli più fotogenici:

  • Piazza Registan: Già citata, super Instagrammabile! Tanti turisti..tanti turisti, che si fanno foto e selfie, ma più che altro turismo interno o di paesi limitrofi. Si integrano bene nelle fotografie 🙂 !
  • Moschea Bibi Khanym: sarebbe grandiosa ma…purtroppo ne resta ben poco! Fotograficamente più interessante è il Bazar che si trova confinante le rovine della moschea. I Bazar Uzbeki sono colorati e come tutti i mercati regalano situazioni interessanti, non sono i Suq magrebini, sono molto più ordinati.
  • Shah-i Zinda: si sale da una ripida scalinata per trovarsi nel mezzo di una stretta via dove una successione di mausolei decorati con mosaici verde-turchese-blu si susseguono in una carrellata di forme e sfumature…Al tramonto veramente un luogo suggestivo. Essendo sito turistico e religioso allo stesso tempo, ospita una moltitudine di persone variegate che creano situazioni visive interessanti.

Shakhrisabz

Mucche attraversano fuori dalle strisce pedonali- strada Samarcanda-Shakhrisabz

 

Città natale di Tamerlano, qui il grande Khan fece costruire un immenso palazzo con un portale di circa 70 mt di altezza, giardini, piscine, giochi d’acqua e mausolei. La sua stessa tomba si trova qua..non lui però che fu seppellito a Samarcanda.

Purtroppo di tutto questo resta ben poco: “mamma li bolscevichi” che a colpi di cannone han tirato giù tutto! Qua, però, poco è stato ricostruito, Comunque affascinante.

Per arrivare da Samarcanda (dove alloggiavamo) occorre un viaggetto di 1 oretta scavallando una piccola catena montuosa per poi ridiscendere a valle. Sulla strada abbiamo avuto incontri interessanti.

Fotograficamente:

Giriamo per le rovine e ci divertiamo a fotografare e visitare, le situazioni più interessanti però le abbiamo/ho colte nelle 2 soste che hanno spezzato il viaggio:

  • Essendo Samarcanda una città moooolto calda durante l’estate, chi può, nel fine settimana si reca a picnicare o a soggiornare sulle vicine montagne per godersi clima più fresco e magari il sollievo di una pucciata in un ruscello. Questo per dire: sulla strada montana ci sono Hotel e soprattutto ristoranti che hanno la caratteristica di cucinare la carne in forni di argilla tipici (vedi foto)..luce,fumo, ambiente suggestivo!
  • Un villaggio a qualche decina di km da Samarcanda: case di argilla con tetto in lamiera ma molto dignitose, gente ospitale, cagnolini in cerca di compagnia e qualche residuo sovietico qua e là. Insomma l’Uzbekistan. La nostra guida Islam ci fa entrare, previa autorizzazione, nel cortile dell’abitazione di una famiglia con cui scambiamo qualche gesto e saluto e spiamo un pochino nella loro vita. Bello umanamente e fotograficamente !

Bukhara

Bukhara Vecchia vista dall’Ark

 

La sera del 3° giorno dopo una cena in un locale tipico di Samarcanda (si mangia e si balla), alle 10 di sera ci dirigiamo in stazione per salire sul treno che ci porterà alla seconda meta, Bukhara. Arriviamo verso mezzanotte tempo di trasferirci in Hotel, ci si saluta e tutti a nanna.

Bukhara è insieme a Samarcanda e Khiva una delle principali città sull’antica via della seta, come le città consorelle è stata vittima di conquiste e distruzioni, modifiche e via così per secoli. Si narra che i mongoli, guidati dal grande Gengis Khan fossero arrivati a Bukhara per raderla al suolo e così fecero…tutto a parte l’alto minareto nella piazza centrale che fu risparmiato dallo stesso Khan, che rimanendone estasiato per la grandezza e la bellezza dello stesso decise di mantenerlo!

Fotograficamente:

  • L’Ark e le sue mura, e la città vecchia con la sua grande moschea e il famoso minareto sono sicuramente mete imperdibili, per un classico turista. Badate bene son da vedere, ma turisti e sopratutto bancarelle e negozi di souvenirs sono in tutte le inquadrature.
  • Il Nowruz (c’è in tutte le città la manifestazione..noi l’abbiamo incrociata un pomeriggio a Bukhara). E’ una festa popolare, pochi pochissimi turisti e tanti locali. Stand gastronomici e tradizionali, spettacoli e sopratutto gente che fa festa. Fantastico per chi ama immergersi in un piccolo assaggio di un paese, anche per un po’ di reportage fotografico. Ma, divertente, da fotografi ci ritroviamo ad essere soggetti, appena arrivati ci trascinano, seguiti da fotografi e video operatori ufficiali, presso alcuni stand dove ci rimpinzano con bevande e cibi della festa. E’ così tutto tempo che passiamo lì, puntualmente qualcuno ci ferma ci offre cibo e ci chiede di posare con o per loro. Fantastico!

Il Nowruz è una festa, non religiosa, tipica dell’Asia Centrale, si celebra l’equinozio di primavera ovvero il 21 Marzo. Le celebrazioni comportano ‘feste di piazza’: cibo, balli, esibizioni di danza e coreografie animano la festa. Spesso si associa al Nawruz il Kupkari (la traduzione potrebbe essere: ‘acchiappa la capra’), gara equestre in cui decine o anche cento concorrenti, tutti contro tutti, devono impossessarsi della carcassa di un ovino e portarla in un’area prestabilita del campo da gioco. Molto fotogenico….ma purtroppo quest’anno il 21 Marzo ricadeva nel mese di Ramadan..ed essendo l’Uzbekistan un paese a prevalenza mussulmana…le feste sono state limitate, insomma non l’abbiamo visto :((

Khiva

Khiva

 

Lasciamo Bukhara e attraversando il deserto in van raggiungiamo in serata Khiva facendo alcune soste letteralmente nel nulla. Il deserto ha sempre il suo fascino, chissà perchè. Nonostante passiamo pressocchè tutta la giornata seduti in viaggio nelle poche soste cogliamo situazioni da immortalare.

Eh Khiva, Khiva bella bellissima, un set fotografico…nel vero senso della parola. A colpo d’occhi di originale c’è ben poco, dalle mura alle moschee alle madrasse (che spesso sono Hotel, noi ci abbiamo dormito).

Ovviamente è da vedere, al di là dell’originalità o meno degli edifici (cosa di cui si potrebbe discutere, disquisire, elucubrare, dissentire per anni) è propio l’iper-gentrificazione quella che più turba. Solo Hotel, solo ristoranti, solo musei, solo souvenirs.

Fotograficamente:

Tutta la città ,come detto prima (polemiche varie) è fotogenica, oserei dire la città l’Uzbekinstagrammabile:

  • Tutta la città ha scorci notevoli durante tutte le ore del giorno, non si può rimanere delusi. Non vi aspettate però scene di vita vissuta!
  • Il viaggio nel deserto per raggiungerla da Bukhara. Una superstrada surreale tra le dune di sabbia con pochi mezzi che la percorrono. Le soste lungo la strada.

Fortezze del Deserto e Nukus

Giamma in vetta al mondo

 

Da Khiva, presto la mattina, ci dirigiamo verso nord. Il paesaggio torna desertico, stiamo andando a visitare 2 delle rovine delle famose 50 fortezze del deserto. Sono luoghi di difesa ubicati sulle poche alture della zona, che servivano in antichità (alcune risalgono a secoli prima di Cristo) alla difesa della popolazione locale. Oramai le strutture, fatte di fango, sono praticamente disciolte, ma mantengono un loro fascino e da quella seppur minima altezza si scorge un ampia parte del paesaggio, rilassante.

Pensiamo che ci piacerebbe moltissimo passare una notte lì per vedere la notte..ma abbiamo un aereo che dalla ‘vicina’ Nukus ci porterà a Tashkent.

A Nukus, visitiamo il museo Igor Savitsky, il Louvre del centro Asia. Molto interessante, sono qui contenuti capolavori dell’avanguardia russa del ‘900. Sono capolavori che in patria sarebbero state distrutti, il sig. Savitsky li ha conservati e portati in questa remota città nel remoto occidente Uzbeko per salvarle, da vedere se passate da queste parti.

Fotograficamente:

  • Come detto le fortezze Angka Qala sono fantastiche fotograficamente e in generale come luogo. Memo: prossimo viaggio in Uzbekistan almeno una notte in jurta e traking tra due fortezze.

 

Tashkent

Bazar Chorsu – Tashkent

 

Da Nukus, con volo alle 22:00 partiamo per Tashkent per dopo mezzanotte prendiamo possesso dei nostri letti, buona notte!

La giornata che passiamo a Tashkent decido, in disaccordo con la nostra guida (il grande Islam, ciauuu), di non fare alcuna visita a luoghi storici (madrasse, moschee, etc etc) ma piuttosto il Bazar Chorsu, qualche stazione della metro in stile sovietico e una passeggiata per vedere alcuni dei capolavori brutalisti della città. insomma goderci un po’, un goccino, della vita locale, e così facciamo! ed ogni meta ha qualche immagine da regalare.

Fotograficamente:

  • Bazar Chorsu, l’edificio principale, quello che ospita perlopiù i macellai sembra un palazzetto dello sport progettato da grande arch. Nervi. Circolare con la volta a cupola e tutti i banchi ordinatamente disposte in cerchi concentrici. Dall’alto ricorda le immagine delle centrali operative N.A.S.A. Poi il mercato continua in altri edifici e si trova veramente di tutto. Finiamo il giro nella zona ‘street food’, scatto 2 bei ritratti e ci pappiamo un salsicciotto riso e frattaglie e dei bei zampetti d’agnello.
  • Stazioni della Metro ci fermiamo in 4 mi pare, notevoli, non si potrebbe fotografare ma non abbiamo avuto alcun problema.
  • Brutalismo Uzbeko il brutalismo è brutalismo, ma quello uzbeko aggiunge delle trame orientaleggianti che donano alle strutture un non so chè! Andiamo dal Palazzo dell’Amicizia tra i Popoli ai palazzi governativi passeggiando a fianco del museo di storia dell’Uzbekistan per giungere al Timur equestre con sfondo l’Hotel Uzbekistan che come un libro aperti si apre sullo sfondo. Finiamo il tutto alla torre della Tv Uzbeka 380mt brutali :)!

Purtroppo la mattina dopo ci tocca tornare a casa, i viaggi durano sempre poco. Ci siamo divertiti e abbiamo incontrato una cultura interessante che ci ha fatto sentire a casa. In Uzbekistan il turista è coccolato. Islam, la nostra guida, seppur un po’ prolissa, è stata un grande aiuto e fonte di informazioni utili.

Ciao Ciao Tashkent, al prossimo Viaggio ReflexTribe!

 

 

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