The more we think a country closed, stuck in political and economic crises, the more we find photographers there. They reveal, describe, demonstrate, invent, repair, build, in their own language, that of the image. They decipher the preliminary signs of societies in upheaval.
Nel tempo di un’estate, la tranquilla cittadina di Arles grazie ai “Rencontres de la photographie” si trasforma nel luogo dove si concentrano le principali avanguardie artistiche di tutto il mondo legate alla fotografia. Davvero un appuntamento imperdibile per professionisti ed appassionati di fotografia, al quale stiamo pensando come meta per un futuro viaggio insieme alla tribù!
Tema generale della manifestazione quest’anno sono i “Nuovi spazi” – in senso letterale, ma anche figurativo. Non solo la manifestazione occupa nuovi luoghi della città, recuperati dall’abbandono (mostrandoci come l’arte possa essere motore per il rinnovamento urbano), ma esplora anche nuovi spazi a cui la fotografia si applica: dalla politica alla introspezione, spazi di riflessione o di rivolta, sempre spazi di libertà.
Il nostro Guido ci accompagna con una selezione delle mostre principali: c’è tempo fino al 24 settembre per prendervi parte.
48a edizione in varie locations sparse nella città:
Come di consueto anche quest’anno (siamo oramai alla 48° edizione) è andato in scena – e ci resterà fino al 24 Settembre- il ‘Rencontres de la Photographie’ di Arles, fondato nel 1970 dal fotografo Lucien Clergue, dallo scrittore Michel Tournier e dallo storio Jean-Maurice Rouquette.
40 mostre in una 30ina di location sparse per le vie della città: chiese sconsacrate, musei, locali industriali in abbandono e i favolosi ’Ateliers’, dove è in ultimazione la fondazione LUMA con sede progettata da Frank Ghery, la cui forma ricorda i cipressi dipinti da Van Gogh proprio in questa zona della Francia.
Le mostre che vi segnaliamo:
Proprio agli Ateliers, con la partecipazione della fondazione LUMA, è in mostra una delle personali più attese: Annie Leibovitz: the early years 1970-1983.
Conosciuta soprattutto per i ritratti di personaggi famosi degli ultimi 2 decenni, ad Arles ci porta in un passato di tour con i Rolling Stones e backstage di film che hanno fatto la storia della controcultura internazionale. In mostra anche il celebre scatto di un John Lennon nudo che come un koala si avvinghia alla sua Yoko, forse una delle immagini più conosciute degli anni ’70. Insomma, foto di alta qualità e la storia di un’epoca raccontata dall’interno con fare da reporter.
Sempre agli Ateliers, una mostra molto interessante sulle nefaste conseguenze delle politica affaristica della Monsanto: si passa da una raccolta di articoli propagandistici sul bene della chimica fino ad arrivare alle tragiche immagini degli effetti del Glifosato e dell’agente arancione, largamente usato in Vietnam per deforestare le zone ritenute covo dei Vietcong.
In piazza della Repubblica invece si svolge la mostra IRAN année ‘38, 66 fotografi Iraniani celebrano con le loro foto i 38 anni dalla rivoluzione del 1979, che portò l’allontanamento dello Scià a favore del fondamentalismo religioso di Komeini.
Ancora degna di nota la raccolta ‘Latina’, 4 mostre dedicate a fotografi sud Americani. A me è piaciuta molto la retrospettiva su Paz Erràzzuriz, reporter autodidatta Cilena degli anni della dittatura.
Molto divertenti anche i ‘Selfie’ di Santiago Forero nella collettiva colombiana ‘La Vuelta’.
Per ultimo ma non per importanza, la prima retrospettiva/raccolta fuori Giappone, dei lavori del compianto Masahisa Fukase…da vedere per tutti gli amanti della follia nipponica!!
Per i cinefili, quest’anno ha avuto grande successo la seconda edizione del VR (virtual reality) festival. 20 tra cortometraggi e documentari i film in concorso. Un passo nel futuro prossimo, dove, forse, gli artisti potranno farci navigare all’interno delle loro opere.
Al prossimo anno!
E se l’idea di un viaggio fotografico per andarci insieme (magari unendo i campi di lavanda o le saline della Camargue) ti attira, lasciaci il tuo contatto!
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